giovedì 11 luglio 2013

Non in nostro nome, per favore

Sulla costruzione del nuovo carcere a Camerino e l'appello di Spacca al ministro Cancellieri

In un comunicato pubblicato ieri il Presidente della Regione, Gianmario Spacca, ci informa che ha incontrato il Ministro della Giustizia ed ha perorato la causa della costruzione del nuovo carcere di Camerino. Nell’occasione ha detto che la mancata costruzione sarebbe un duro colpo per l’entroterra appenninico, che il nuovo carcere è un’esigenza particolarmente sentita nelle Marche, che il nuovo istituto potrà rappresentare un’occasione importante di lavoro in questo momento di particolare difficoltà, che è opportuno il rafforzamento del personale dell’amministrazione penitenziaria nelle Marche, in particolare di quello della Polizia.

Le parole di Spacca riducono il carcere ad un azienda, come se rinchiudere persone e fabbricare elettrodomestici fosse la stessa cosa. E il compito del carcere fosse essenzialmente quello di ingabbiare gente, non importa dove.

Il c.d. sovraffollamento dei penitenziari, drammatico, è il sintomo di una malattia del sistema giustizia, rispetto alla quale aprire un nuovo carcere a Camerino (magari mentre si chiude un ospedale o una scuola, e nei carceri esistenti mancano persino la carta igienica, oltre che - ben più importanti - gli psicologi, gli educatori e gli stessi direttori) è solo uno spreco di risorse. La cura la conoscono tutti, ma richiede di superare una serie di pregiudizi ideologici, da destra come da sinistra: processi più veloci e amministrazione più efficiente, sanzioni alternative, contenimento dell’impronta del diritto penale sul nostro ordinamento.

In tutto ciò le parole del Presidente Spacca suonano come una forma di disprezzo per ciò che il carcere rappresenta e per la dignità delle persone che vi si trovano e vi lavorano.

avv. Samuele Animali
Antigone Marche

p.s.: ancora per qualche giorno si raccolgono, presso i Comuni, le firme per le proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, droghe e carcere