Il ritorno di Marco Cavallo, una spettacolare macchina teatrale, che già quarant'anni fa sfondò il muro di cinta del manicomio di Triste, diventando da quel giorno il simbolo della rivendicazione del diritto alla libertà, salute e dignità di tutti gli internati.
Così ne parlava Franco Basaglia: “È difficile dire cosa sia Marco Cavallo. Una cosa è certa: per i
“matti” e per tutti noi ha avuto una profonda importanza. Un momento
che segnò un inizio; un progetto di vita che non aveva niente più in
comune con la soffocante quotidianità del manicomio, che
rappresentava piuttosto un legame tra individui in una nuova
dimensione. Quando il cavallo azzurro lasciò il ghetto, centinaia di
ricoverati lo seguirono. Gli internati dell’ospedale invasero le strade
della città portando con sé la speranza di poter stare insieme agli altri
in un aperto scambio sociale, in rapporti liberi tra persone libere”.
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