Appello dell’associazione Antigone a detenuti, direttori
e magistratura di sorveglianza.
Importante spiegare la situazione, aumentare le chiamate, anche con Skype, e decongestionare gli istituti ampliando la detenzione domiciliare
Importante spiegare la situazione, aumentare le chiamate, anche con Skype, e decongestionare gli istituti ampliando la detenzione domiciliare
Un appello ai detenuti a non lasciarsi andare a rivolte
violente e a interrompere forme di proteste non pacifiche. Un appello ai
direttori delle carceri affinché assicurino maggiori contatti telefonici dei
detenuti con i propri familiari. Un appello a direttori e magistrati di
sorveglianza affinché più gente possibile possa accedere alle misure
alternative. E’ quanto proponiamo come Associazione Antigone in queste ore e
giornate di emergenza sanitaria che sta investendo il nostro paese e,
drammaticamente, gli istituti di pena
italiani.
Partiamo dai numeri. Sono 61.230 i detenuti presenti negli
istituti penitenziari a fronte di una capienza regolamentare di 50.931 (dati
del ministero di Giustizia aggiornati al 29 febbraio). Un sovraffollamento sopra
al 120%. Nei 6 istituti della nostra regione, si trovano 926 persone su una
capienza di 857. Un tasso di sovraffollamento del 108% con le situazioni più
stressanti ad Ancona Montacuto, 330 presenti su 256 posti, e a Villa Fastiggi (Pesaro),
238 presenti su 153 posti, unico carcere marchigiano attualmente nella zona arancione.
Sovraffollamento significa terza branda e spazi che diventano ancora più angusti e che non possono permettere di tenere
una distanza di precauzione di un metro tra le persone.
A una situazione già
precaria, quindi, se ne è aggiunta in questi giorni una emergenziale, che ha
portato alla chiusura dei colloqui con i familiari (sei ore al mese). Una
misura di buon senso, ma che investe gli affetti e che va spiegata e controbilanciata.
Per questo, ci appelliamo ai
detenuti, affinché non si lascino andare a rivolte violente perché non è questo
lo strumento migliore per portare avanti le richieste. Ci appelliamo all’amministrazione
penitenziaria, ai direttori, a tutto il personale trattamentale e di custodia,
affinché spieghino sezione per sezione cosa sta avvenendo e perché colloqui, permessi e misure sono sospesi. Chiediamo ai direttori di
applicare il nuovo decreto legge del governo che prevede l’estensione delle
telefonate così da compensare le legittime misure di prevenzione del contagio: aumentandone
il numero (che è una a settimana di dieci minuti) e attivando le postazioni
Skype. Ci appelliamo infine ai direttori e ai magistrati affinché più gente possibile possa accedere alle misure
alternative alla detenzione.
E’ importante decongestionare il sistema penitenziario e l’appello è
rivolto a tutti.
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